L’adeguamento sismico delle strutture consiste nella modificazione delle costruzioni esistenti per renderle più resistenti all’azione sismica, è riconosciuta la necessità di un adeguamento anti-sismico di molte strutture esistenti. Il problema della sicurezza delle costruzioni esistenti è di fondamentale importanza in Italia, da un lato per l’elevata vulnerabilità delle costruzioni dall’altro per il valore storico, architettonico, artistico, ambientale di gran parte del patrimonio edilizio esistente. A ciò si aggiunge la notevole varietà di tipologie strutturali esistenti. Ne deriva una particolare complessità delle problematiche coinvolte ed una difficile standardizzazione dei metodi di verifica. Per questo, le norme tecniche per le costruzioni prevedono un approccio prestazionale, con l’adozione di poche regole di carattere generale ed alcune indicazioni importanti per la correttezza delle diverse fasi di analisi, progettazione, esecuzione.
La valutazione della sicurezza deve permettere di stabilire se:
Le sottofondazioni si definiscono come opere eseguite al di sotto di una struttura di fondazione esistente, allo scopo di ottenere una maggiore stabilità della fondazione stessa.
In che modo le sottofondazioni sono in grado di rafforzare la struttura delle fondazioni esistenti?
Esistono diverse metodologie di lavoro, ma generalmente si procede per sottomurazione, scendendo in profondità fino a raggiungere strati più resistenti nel terreno sottostante.
La tecnica del cuci e scuci è un tipo di intervento tradizionale ed avviene attraverso il ripristino della continuità muraria con la rimozione degli elementi lapidei o di laterizio lesionati da eventuali movimenti del terreno o tellurici o degradati per il trascorrere del tempo e la realizzazione di una nuova tessitura muraria con nuovi elementi, senza però spezzare la funzione statica della muratura nel corso dell’applicazione stessa. Questo tipo di intervento non può essere pensato come un consolidamento diffuso per tutte quelle murature che presentano un degrado complessivo, generato di solito dalla scarsa qualità muraria, infatti è consigliato solitamente in quelle situazioni che presentano stati fessurativi o di degrado in zone di pareti con una modesta estensione. Si applica invece, nel caso in cui si abbia a che fare con murature in pietrame con collegamenti tra le pareti confluenti, affidati a elementi di forma e dimensioni non idonee. L’applicazione è altresì legata alla presenza all’interno della muratura, di una minima regolarità riguardo la tessitura. In caso di una muratura senza tessitura, come quella costituita da ciottoli, è preferibile optare per altre tecniche di intervento, come le iniezioni locali di malta.